Wanna e Stefania Marchi sono state ospiti al Maurizio Costanzo Show e nella loro intervista hanno parlato della malattia che ha colpito la figlia Stefania
Durante la prima puntata di questa stagione del Maurizio Costanzo Show il conduttore, dopo aver già intervistato Wanna Marchi due settimane fa nel suo programma L’Intervista su Canale5, ha deciso di invitare in studio Wanna e Stefania Marchi. Madre e figlia hanno parlato della loro vita, della malattia che ha colpito Stefania e infine hanno trattato un un argomento molto delicato ovvero la loro vicinanza di cella ad Annamaria Franzoni.
Wanna Marchi ha dichiarato:
“Io della Franzoni non ne voglio parlare, ho fatto talmente tante volte le scale di quel tribunale che non ci voglio tornare più”.
La figlia Stefania ha così continuato: “Io del carcere posso parlare, per il resto siamo tutti uguali da detenuti in carcere”.
Entrambe riguardo a possibili trattamento di favore hanno alluso: “Anche là era meglio non parlarne”. Così Maurizio Costanzo ha concluso: “Guai a voi se vi sento dire qualcosa sulla Franzoni, io non voglio passare guai per colpa vostra”.
Stefania ha svelato di essere malata di artrite reumatoide, la stessa malattia di cui è morta quest’estate Anna Marchesini, e  riguardo il suo trattamento in carcere ha svelato:
“La cosa grave del carcere è che la tua patologia non vale niente, dev’essere accertata da loro, ti dicono che siccome sei un caso mediatico non devi essere curato, se no fuori che direbbero. Per i fregnacciari non son stati più curati quelli che hanno avuto problemi veri. Io ho chiesto di essere operata, mi son fatta tutta la mia galera. Una malattia, così come dev’essere ritenuta seria fuori, dev’essere ritenuta seria dentro. Io pretendevo di essere curata dentro. Invece andavo con le manette in ospedale. Con due protesi, appena operata alla ginocchia, temevano potessi calarmi dalla finestra. Poi gli altri magari scappano con gli ergastoli”.
Wanna ha raccontato della sua libera uscita diurna a regime di stretta sorveglianza:
“Io uscivo la mattina dal carcere per andare ad aiutare l’ex compagno di mia figlia al bar e rientravo in carcere la sera. Mi venivano a controllare tutti i giorni. Io peggio di Vallanzasca. Mi dicevano: ‘lei lo sa che, se attraversa quella striscia gialla, io la metto in galera?’. La benzina non la potevo fare perché potevo intrallazzare col benzinaio e provare a fare qualche rapina in banca, quando non hanno più una lira neanche loro. Io parlavo con i clienti ma non potevo fermarmi da un benzinaio. Mandavo qualcuno a fare la benzina. A noi non ne hanno perdonata mezza”.
Riguardo la sua vita professionale prima delle televendite ha svelato:
“Truccavo i morti, si guadagna tanto, il bianco della morte è terribile. Nessuno si è mai lamentato in quel caso. Vestire i morti fa guadagnare ancora più soldi, ma io non me la sono sentita”.
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